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Ho deciso di dedicare questo capitolo ad alcuni cani, diversi dai “soliti pastori belgi”, su sollecitazione dei miei figli i quali, giustamente, desiderano che tutti i loro beniamini abbiano la possibilità di un ricordo, di una presenza visibile in questo sito web.
Ho pensato così di ricostruire, anche per questi amici, una sorta di storia dell’allevamento.
Effettivamente, per la più parte di loro, sono brevi singole apparizioni senza conseguenze particolari, per altri l’impatto è ben più tangibile.
Il primo straniero giunto, in una famiglia assolutamente dedita al pastore belga, fu una cucciola di epagneul nano continentale (papillon) di colore nero. Papà l’acquistò, se non ricordo male all’epoca avrò avuto circa quattordici anni e Fabio, mio fratello, undici, in occasione di una qualche fiera paesana. Di dimensioni assolutamente ridicole al suo arrivo, riusciva a camminare sul palmo di una mano, crebbe con i belgi e ne assunse molte caratteristiche comportamentali. Priva di certificato genealogico, Ombretta, così fu chiamata, venne presentata ad un esposizione, credo fosse l’internazionale di Mestre o di Strà del 73 o del 74, ove ottenne il LIR. Purtroppo non si riprodusse, forsanche per l’assenza di partner di rango abbastanza facilmente raggiungibili, il più vicino allevamento era svizzero, con grande dispiacere di Fabio che con lei aveva un rapporto speciale.
Qualche anno più tardi, correva il 1978, in un momento di allegra follia che a momenti causava una guerra familiare, mia madre è sempre stata vittima della passione per gli animali di mio padre, di mio fratello e mia, arrivò una splendida cucciola di samoiedo. Acquistata presso l’allevamento Clan’s di Sergio Eccheli, divenuto con il tempo un carissimo amico, Clan’s Silver Sky era figlia di due soggetti, multi campioni inglesi, appena importati da Sergio: Swordale Silver Prince e Swordale Silver Tanzara.
Un breve inciso: in quel periodo nasceva il C.i.r.n., Club Italiano Razze Nordiche, di cui fummo tra i primissimi soci insieme allo stesso Sergio Eccheli, alla contessa Caterina Passeren D’Entreves ed a sua figlia Anna, alla Sig. ra Marisa Brivio Chellini, inarrivabile Giudice, ed a suo marito, alla Sir.ra Garabelli, presso la quale si tenne il primo raduno Cirn in quel di Cuggiono, alla Jessica Nazzari Vallerino ed a tanti altri. Di quegli anni ricordo con grande nostalgia il fairplay, la correttezza, la classe, la sportività di chi era cinofilo per passione, per cultura, per retaggio. Ben poco, purtroppo, rimane di quell’epoca, di quella gente, di quella cinofilia che “sapeva di cani”.
Torniamo, dopo questa breve e nostalgica digressione, alla nostra storia.
Va detto, per amor di onestà, che, almeno all’inizio, l’idea balzana di papà era quella di accoppiare Sky con un belga per provare a fare un belga bianco; fortunatamente riuscimmo a convincerlo a soprassedere e così dopo una brillante carriera espositiva, nel 1980, Sky divenne Campionessa Italiana di bellezza. Fu coperta solo una volta dando alla luce due cuccioli. Con lei è iniziata una lunga lista di samoiedi, allevati con competenza da Fabio, prima con l’affisso di Colfosco e successivamente con quello del Colle Ombroso, che hanno calcato con successo i ring di tutta Italia.
Pur ricordandola con grande affetto; l’immagine della sua buffa faccia sorridente mi rimarrà sempre impressa nella memoria, così come ricorderò sempre la sua incredibile capacità di combinare guai a ripetizione e di inventarsi finte zoppie pur di non andare a correre dietro alla bicicletta se legata al guinzaglio, bastava scioglierla e diventava un missile; non ha mai avuto un posto particolare nel mio cuore cinofilo. Caratterialmente troppo “nordica”, pur se cresciuta ed educata come un pastore, non mi ha spinto a voler continuare personalmente nella selezione.
Passano circa una dozzina d’anni, sono sposato, vivo a Trecasali e Martina, la mia primogenita, di anni ne ha due.
Come tutti i Fioravanzi che si rispettino deve avere un cane tutto suo, ovviamente alla sua “altezza”.
Ed ecco che giunge in casa Gioia dei Guappi. Camilla, così effettivamente fu sempre chiamata, era una Pomerania color grigio lupo. E’ stata la compagna inseparabile di Martina prima e Jacopo poi per tredici anni. Forte ed autoritaria, nonostante la microbica dimensione, ha sempre adottato e comandato a bacchetta tutti i belgi di casa, imponendosi con loro quand’erano cuccioli e continuando ad ottenerne il rispetto anche quando, giunti in età adulta, la “dominavano dall’alto” costringendoli a ridicole performances di sottomissione.
Anche lei purtroppo non ebbe progenie poiché sterilizzata molto giovane a causa di una gravidanza inattesa e difficile in seguito ad una love story con un rubacuori di strada, non abbiamo mai auto il piacere di conoscerlo, che si era segretamente introdotto in giardino nottetempo e altrettanto segretamente ne era fuggito.
Alcuni anni dopo, siamo nel 1993, è arrivato anche Jacopo e per amor di giustizia e soprattutto per evitare risse tra fratelli che coinvolgessero la povera Camilla, incolpevole fonte di discordia, decidiamo di acquistare, sempre per Martina, Camilla fu “passata a Jacopo”, una splendida cucciola di shetland, Ariom Umbra.
Bellissima, dolcissima e incredibilmente simile ai belgi nel carattere conquistò immediatamente tutta la famiglia e soprattutto Camilla cui si legò in modo indissolubile. Di ottima genealogia ha conseguito il titolo di Campione Italiano di Bellezza dopo una brillante carriera espositiva. Scomparsa precocemente a causa di un tumore che ne ha compromesso la salute ha lasciato un vuoto incredibile in tutti noi ed in me il grande piacere di aver scoperto un piccolo grande cane profondamente pastore nel carattere e nelle attitudini.
Nel 1995 durante un periodo di vacanza estivo in quel di Milano Marittima, ove ci rechiamo tutti gli anni oramai da tempi immemori, facemmo visita nella vicina S’Arcangelo all’amico Vitaliano Cattabiani Ferrari notissimo allevatore di Barzoi con l’affisso di Roccabarbara.
Sinceramente devo dire che il levriere russo mi ha sempre affascinato e i cani di Vitaliano, che conosco da quando sono ragazzo, hanno sempre esercitato su di me grande attrazione. Altissimi, alteri, eleganti, riservati e un po’ misteriosi, nettamente in contrasto con l’esuberanza talvolta esasperante dei belgi, erano fonte di grande desiderio e curiosità cinofila.
Solo un minimo di pudore nei confronti di chi allora mi accompagnava nella vita e che, purtroppo per lei, fu destinata a ricalcare le orme di mia madre quale vittima di una mia insanabile passione per gli animali tutti, mi aveva impedito sino ad allora di acquistarne uno. Fu quindi un grande piacere averla vista, in occasione di quella visita a Vitaliano, molto attratta da un particolare cane, una femmina bianco arancio di nove mesi. Così avendo colto il nascosto desiderio di averla decisi di regalargliela in occasione del suo compleanno. Forse non è andata proprio così, però suona decisamente bene per cui prendete questa versione per buona.
Così, nel settembre di quell’anno, Mimosa di Roccabarbara varcò, con altezzoso sussiego, i cancelli di casa.
La definizione del suo arrivo è veramente realistica. Mimma è sempre stata un cane singolare. Ha sempre guardato il mondo e tutto ciò che accade intorno a lei con chiaro disdegno. Assurdamente pigra non si è mai minimamente interessata a ciò che la circonda, non ama il gioco, detesta gli estranei e dimostra un deciso senso di disgusto nei confronti dei pastori belgi con cui è costretta a convivere; sospetto che li consideri rozzi e “caciaroni” e, pertanto, non degni di considerazione…...
Essendo un bellissimo soggetto è stata esposta numerose volte conseguendo il titolo di Campione Italiano di Bellezza con grande facilità. L’unico rammarico è quello di non essere mai riuscito ad avere dei suoi cuccioli. La sua “ripugnanza” per le questioni quotidiane le ha sempre fatto rifiutare tutti i maschi presentateli.
Mimma vive tutt’oggi con noi e continua fermamente ad affrontare la vita con distacco e con quello spirito di nobile sopportazione, nei confronti della plebaglia canina che la circonda, che l’ha sempre contraddistinta. Solo in una cosa è umana, pardon canina; quando è ora di cena diventa una iena.
Siamo giunti al 2000. Umbra purtroppo se ne appena andata e si tenta di colmare il vuoto da lei lasciato con un nuovo arrivo. Penelope della Giuliana è una graziosissima, biondissima cockerina di sessanta giorni. Martina aveva da poco visto un simpatico cocker blu roano partecipare vittoriosamente ad una prova di agility in occasione del Collare d’Oro ed evidentemente colpita aveva espresso il desiderio di averne uno.
Penny è assolutamente un cane unico. È difficile esprimere a parole la dolcezza che realmente trasuda dai suoi occhi; è la quintessenza della bontà e della gentilezza d’animo.
Di ottimo tipo è stata esposta alcune volte con lusinghieri risultati anche in speciali di razza.
La prosecuzione della carriera le è stata preclusa dalla necessità di partecipare ad una prova di caccia, per frequentare le esposizioni in classe lavoro, e per la quale non è mai stata preparata.
Va altresì detto che Penny non ha mai dimostrato un particolare interesse per l’attività venatoria essendo di indole alquanto placida e salottiera.
Nell’estate del 2004 ha avuto la sua prima nidiata con il Ch It. Bolgie Woogie Dream Lover.
I cuccioli di Penny sono nati ed hanno trascorso le prime due settimane di vita nella sala da pranzo dell’appartamento di Milano Marittima dove eravamo in vacanza.
Una delle sue figlie, Starry Eyes di Colfosco del Sig. Pugni Giuseppe, ha esordito in classe giovanissimi alla nazionale di Cremona 2004 con grande successo.
Chiudiamo il racconto con l’ultima new entry. Si chiama BlackRose della Giuliana; è, ovviamente, un altro cocker, questa volta di colore nero ed giunta nell’estate del 2002 per riempire la voragine lasciata dalla scomparsa di Camilla nel cuore di Jacopo.
Anche Blakie è un ottimo soggetto ed anche lei ha partecipato con successo ad alcune gare. Le stesse ragioni che hanno interrotto la carriera di Penny hanno fermato anche la sua. D’altronde in famiglia nessuno ama la caccia, nessuno ha la competenza per preparare un cane ad una prova di tal fatta e anche solo l’idea di affidarle ad un dresseur professionista è inaffrontabile.
Penny e Blakie sono e rimarranno i “cani dei bambini” per sempre anche se oramai Martina e Jacopo bimbi più non sono. Simpatiche, buffe, con quegli immensi, amorevoli occhi, con quel mozzicone di coda che vibra all’impazzata quando sono allegre, cioè sempre, con quelle assurde lunghissime orecchie che svolazzano durante le loro scorribande si stanno dimostrando delle compagne di vita piacevolissime. Piccoli grandi cani instancabili, pieni di grinta e di brio, non temono il confronto con i miei belgi in nessuna occasione. Confesso che sono e continuano ad essere una splendida scoperta quotidiana.
Hanno solo un difetto, per non assomigliare ad un incrocio tra un carciofo ed un rasta, vanno spesso toelettate; per il momento la poco piacevole incombenza è un mio appannaggio, spero che nel tempo i miei figli, che all’occorrenza e secondo tornaconto tornano ad essere “bimbi”, prima o poi decidano di occuparsene in prima persona! Sapete come si dice: la speranza è l’ultima a morire.
Al momento la cronistoria è finita ma non dubitate! Molti altri capitoli si aggiungeranno.
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